Le prime edizioni della DAYTONA 200 MILES, si tennero a partire dal 1937 sul tracciato del Daytona Beach Road Course per poi spostarsi nel 1961 sul circuito del Daytona International Speedway.
Per molti anni il tracciato è rimasto praticamente invariato, snodandosi per gran parte lungo l’ovale sopraelevato utilizzato per le gare NASCAR e comprendendo una sezione interna più lenta, al pari del tracciato della 24 Ore di Daytona automobilistica. L’edizione del 1977, vinta da Steve Baker, fu valida per il Motomondiale, nella classe Formula 750.
Dal 1985 la gara si disputa con moto della categoria superbike, attirando anche i migliori piloti europei. In seguito ai lavori di ristrutturazione alla prima parte del tracciato sopraelevato (il West banking) avvenuti alla fine della stagione 2004 e che avevano aumentato la velocità di percorrenza di quel tratto, per la gara del 2005 si decise di disputare la 200 Miglia con le moto della categoria AMA Formula Xtreme, meno potenti della classe regina AMA Superbike e si varò una nuova configurazione del tracciato che evitasse il West banking: dopo il tornante Pedro Rodríguez, essa comprendeva una nuova bretella e percorreva contromano la curva International Horseshoe e si riallacciava al rettilineo Superstretch attraversando l’area all’interno del tracciato, avendo così una lunghezza inferiore di circa mezzo miglio rispetto all’anno precedente e imponendo l’aumento dei giri della gara.
La gara è una delle più combattute del motociclismo statunitense a causa di alcuni elementi che la fanno rassomigliare alle gare di durata, come i pit-stop per il cambio gomme e rifornimenti e la probabilità dell’ingresso in pista della “safety car”. Tra i grandi campioni che conosciamo degli ultimi 50 anni: Giacomo Agostini, Johnny Ceccotto, Eddie Lawson, Freddie Spencer e Kenny Roberts.
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